
La sedentarietà uccide. Onda crea una campagna di prevenzione
L‘inattività fisica è il quarto fattore di rischio di mortalità a livello globale. A dichiararlo, l’Organizzazione Mondiale della Sanità che ha stimato circa 3 milioni di decessi all’anno. Solo in Italia, la sedentarietà è responsabile del 14,6% delle morti totali ed è maggiore tra le donne. La Fondazione Onda organizza una campagna di prevenzione.
Una brochure per mettersi in moto
Nata nel 2005 a Milano, la Fondazione Onda, Osservatorio nazionale sulla salute della donna e di genere, si occupa da sempre di attività inerenti il benessere femminile. E adesso ha deciso di investire in un progetto di prevenzione relativo alla sedentarietà.
In tutti gli ospedali con i Bollini Rosa, che offrono cioè servizi dedicati alla prevenzione, diagnosi e cura delle patologie femminili, infatti è possibile trovare una brochure dal titolo “Smettere di essere sedentario: è facile se sai come farlo“.
Realizzata da Onda in collaborazione con Figurella, la brochure ha l’obiettivo di trasmettere la cultura dell’attività fisica e fornire consigli pratici per la donna e per tutta la famiglia.
Insieme alla brochure, Onda e Figurella hanno lanciato la pubblicazione e la diffusione di un Manifesto contro la sedentarietà. Al suo interno è possibile trovare semplici regole chiare su cosa bisogna fare per mettersi in moto e cambiare stile di vita.
Cosa provoca la sedentarietà
È stato stimato che in Italia 90mila persone all’anno muoiono a causa dell’inattività fisica.
Ma perché la sedentarietà porta alla morte? A rispondere sono numerosi studi, i quali determinano che la mancanza di moto è spesso responsabile del sovrappeso e obesità, oltre che della comparsa di varie patologie.
Aumenta infatti il rischio di ipertensione arteriosa, malattie cardiache e ischemiche (30), diabete (27%), osteoporosi, ansia e depressione, oltre a tumori della mammella e del colon (23%). Da qui, il probabile peggioramento che porta dunque alla morte.
Perché le donne
A rispondere a questa domanda ci pensa Francesca Merzagora, Presidente della Fondazione Onda, che dice: “Quello che è certo è che le donne hanno sempre meno tempo a disposizione. Sono impegnate nel mondo del lavoro e spesso in attività prevalentemente di tipo sedentario, assorbite dai carichi domestici e familiari, dalla gestione dei figli e dei genitori sempre più anziani”.
“La soluzione è semplice ma il problema è complesso perché molte persone non sanno di essere sedentarie oppure, pur sapendolo, non riescono a mettere in pratica uno stile di vita attivo. Qualcosa che preveda un’attività moderata, quotidiana e calibrata su esercizi mirati, più volte la settimana. Da qui l’esigenza di fare un passo avanti, fare informazione e rendere cosciente ogni cittadino su questa ‘epidemia’ del nuovo millennio”.