
Mese dell’autocura, l’Oms lancia le sue prime linee guida
Sempre più persone senza assistenza
Se ogni anno sempre più persone non hanno accesso ai servizi sanitari basilari è perché da una parte mancano le risorse economiche, mentre dall’altra c’è sempre più carenza di personale sanitario. Il dato allarmante parla di circa 13 milioni in meno di professionisti della salute entro il 2035. E ad aggravare la situazione ci sarebbe anche la difficile crisi umanitaria che sta colpendo il mondo. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, 1 persona su 5 vive in questo contesto.
Per fortuna però l’evoluzione scientifica offre nuove possibilità anche a chi non è abituato a curarsi. Un modo nuovo di comunicare tra enti e cittadini. Un esempio sono proprio le nuove linee guida lanciate dall’Oms, che puntano sull’auto-cura attraverso interventi pratici sulla salute e sulla prevenzione. Per attirare l’attenzione sul tema, l’organizzazione ha dato via al mese dell’auto-cura, partito il 24 giugno scorso e che finirà il 24 luglio.
Va ricordato che per cura di sé s’intende “la capacità di individui, famiglie e comunità di promuovere la salute, prevenire le malattie, mantenere la salute e affrontare malattie e disabilità con o senza il supporto di un operatore sanitario”.
Diritti sessuali e riproduttivi
La prevenzione in ambito sessuale è sicuramente una priorità in un mondo così fortemente in crescita e a rischio di malattie sessualmente trasmissibili. Per questo motivo, l’Oms ha deciso di puntare per questa sua prima campagna, sulla salute sessuale. Ossia interventi che includono l’auto-campionamento per l’Hpv e le altre infezioni, i contraccettivi auto-iniettabili, i kit predittivi di ovulazione domiciliare, l’autotest dell’Hiv e l’autogestione dell’aborto.
Nel dettaglio le linee guida Oms sono:
- raccomandazioni basate su interventi di auto-assistenza sanitaria, per il progresso della salute e dei diritti sessuali e riproduttivi (SRHR). Indirizzata prevalentemente alle popolazioni vulnerabili;
- dichiarazioni di buone pratiche per aumentare gli accessi in sanità e migliorare gli interventi di auto-cura, anche per l’avanzamento di SRHR.
Altro aspetto da sottolineare è l’impatto che gli interventi di auto-cura possono avere sulla politica, i finanziamenti e i sistemi sanitari. Dal punto di vista politico e finanziario infatti ne deriverebbe un risparmio economico in termini di spesa sanitaria, mentre dal punto di vista assistenziale ci sarebbe una maggiore possibilità da parte degli operatori di concentrarsi su chi ha più bisogno.