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Gravidanza e farmaci, guida all’uso consapevole

In alcune circostanze in gravidanza c’è la necessità di assumere farmaci per la cura di disturbi della donna o la salute del feto e in questi casi il loro potenziale beneficio supera i rischi (quelli conosciuti). In ogni caso prima di ogni loro impiego è fortemente consigliato contattare il proprio medico di riferimento.

Rischi legati all’assunzione dei farmaci in gravidanza

Anche se la placenta ha un’azione di barriera alcuni farmaci riescono a superarla e ad avere un’azione diretta sul feto con un effetto tossico o teratogeno (che determina anomalie o malformazioni nell’embrione) o indiretta causando la contrattilità dell’utero innescando il travaglio.

Altri farmaci hanno un’azione indiretta sul feto come quelli anti-ipertensivi, che riducono il flusso di sangue verso la placenta e quindi l’apporto di ossigeno e sostanze nutritive al feto.

L’effetto del farmaco sul feto è prodotto dai suoi componenti (principio attivo e/o eccipiente) e dal suo dosaggio, ma soprattutto dall’età gestazionale al momento dell’esposizione:

  1. Prima del 20o giorno successivo alla fecondazione: i farmaci possono avere un effetto di tipo tutto o nulla, ovvero possono provocare la morte dell’embrione o non danneggiarlo affatto. L’effetto teratogeno è improbabile durante questa fase
  2. Durante l’organogenesi (tra il 20o e il 56o giorno dopo la fecondazione): in questa fase si ha lo sviluppo degli organi i quali sono più esposti all’azione teratogena. Si può avere nessun effetto, un aborto spontaneo, un difetto anatomico macroscopico (non sempre compatibile con la vita uterina o extrauterina) o un difetto congenito non diagnosticabile (metabolico o funzionale, che si può manifestare successivamente nella vita)
  3. Dopo l’organogenesi (nei trimestri 2° e 3°): lo sviluppo degli organi è completo, la teratogenesi è improbabile, ma i farmaci possono alterare la crescita e la funzionalità di organi e tessuti fetali.

Progetto Aifa per un uso consapevole dei farmaci in gravidanza

Alcuni farmaci assunti prima della gravidanza possono avere ancora degli effetti sull’embrione poiché si accumulano in alcuni tessuti e vengono rilasciati lentamente.

L’Aifa (agenzia Italiana del farmaco) ha promosso una campagna di informazione sull’assunzione dei farmaci durante la gravidanza dove da una parte la gravida ha la necessità di curarsi in caso di malattie e dall’altra evitare eventuali ripercussioni sul feto:

Durante la gravidanza la mamma e il bambino rappresentano infatti un’unità inseparabile e lo stato di salute della madre costituisce un requisito indispensabile per un regolare sviluppo del feto

La campagna è accessibile sul portale Aifa ed è possibile conoscere quali farmaci sono indicati per le patologie più comuni o che sopraggiungono in gravidanza e allattamento oppure consultare le schede scientifiche sulle principali patologie che si possono riscontrare durante la gravidanza con la relativa terapia consigliata o da evitare.

Autore /

Ha conseguito il diploma universitario in Ostetricia presso l’università di Foggia nel 2003, la laurea in Ostetricia presso l’università di Pescara nel 2005 e il Master in Funzioni di coordinamento nelle professioni sanitarie presso l’università di Bologna nel 2019. Dipendente dell’AUSL Romagna presso l’Ostetricia/Sala Parto di Rimini, dal 2005, centro Hub di terzo livello, dove l’ostetrica/o gestisce in autonomia il percorso del basso rischio ostetrico dall’ambulatorio della gravidanza a termine fisiologica alla dimissione.