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Città, isole di calore. Le linee guida del Ministero

Ondate di calore e inquinamento hanno reso le città del sud Europa vere e proprie “isole di calore”. Ad essere più colpiti fasce povere, bambini, donne e anziani. Per superare l’allarme arrivano le linee guida del Ministero della Salute.

Decessi per inquinamento: oltre 30 mila l’anno

Che il cambiamento climatico sia avvenuto è sotto gli occhi di tutti. Ondate di calore, piogge e vento tropicali, caratterizzano ormai il sud Europa, Italia compresa.
La principale causa è l’inquinamento atmosferico che oltre ai numerosi danni sul territorio, si stima causi, solo nel nostro paese, 30.000 decessi prematuri all’anno.
E il dato è destinato a salire, visto che entro la fine del secolo in Italia ci saranno 1,6 gradi in più.

Vista la situazione allarmante per la salute, il Ministero ha pubblicato un nuovo aggiornamento delle linee guida sull’emergenza caldo. Al suo interno ha questa volta inserito una sezione specifica sull’inquinamento atmosferico e il suo effetto sull’uomo.

Nel rapporto si fa una distinzione tra esposizione all’inquinamento breve o acuta e cronica.

A seguito di breve esposizione aumentano i decessi per infarto del miocardio e ictus.

Su 20 città italiane analizzate, è stato verificato che nei centri urbani l’effetto dell’inquinamento aumenta in modo esponenziale malattie cardiovascolari e respiratorie.

Poveri e fasce deboli più a rischio

Come spesso accade la povertà è un fattore di rischio per molte malattie. È così anche per la mortalità dovuta all’inquinamento e alle ondate di calore. Lo stile di vita poco sano, le minori possibilità economiche, culturali e di accesso ai servizi delle fasce meno abbienti, rappresentano concause che sovrapposte all’inquinamento aumentano il rischio di morte. Ecco perché si parla “d’iniquità ambientale”.

Altra fascia debole è quella anziana, la cui aspettativa di vita si riduce di 2,2 anni a seguito proprio dell’inquinamento.
L’età è già un fattore di rischio primario per le malattie cardiovascolari, ma anche la ridotta funzionalità dei polmoni. Peggiorata quest’ultima dalle polveri sottili. Ancora una volta a pagare il prezzo più alto in termini di salute, le classi sociali più basse.

I dati del Ministero parlano anche dei rischi legati alle zone molto trafficate. Più l’aria è cattiva più aumenta il rischio di morte. E di solito i centri più trafficati sono le città.
Le aree urbane sono maggiormente capaci di catturare le radiazioni solari per rilasciare il calore nelle ore notturne. Questo a causa dell’asfalto e dei materiali edilizi che impediscono una normale traspirazione.

Tra chi è costretto a subire spesso i danni irreversibili dell’inquinamento ci sono le donne ed i bambini
In particolare, le donne in gravidanza subiscono effetti avversi dell’inquinamento che possono iniziare dall’utero. I meccanismi infiammatori dell’inquinamento per le donne in gravidanza complicano le nascite.
Gli IPA sono in grado di raggiungere il feto determinando ritardi nella crescita e un basso peso dei neonati. I bambini sono ancora più a rischio poiché l’apparato immunitario e polmonare sono in via di sviluppo e inoltre dati, seppur ancora da verificare, indicano un ritardo psico-motorio e cognitivo per via dell’inquinamento sui più piccoli.

Un impegno condiviso

I principali inquinanti dell’aria che provocano malattie come i tumori e patologie cardio-vascolari sono il particolato, l’ossido di azoto, l’ozono e gli idrocarburi. Si tratta di elementi che la nostra società produce continuamente per garantire a tutti uno stile di vita elevato.

Per cambiare le cose è necessario però che tutti inizino a fare delle rinunce o a rivedere i propri consumi. Così il Rapporto del Ministero ha individuato un programma a lungo termine per annullare l’effetto di “isola di calore umano”:

  • Diminuire la richiesta di acqua e di energia
  • Diminuire l’emissione di gas serra
  • Diminuire il consumo di energia proveniente da fonti non rinnovabili
  • Implementare la mobilità sostenibile e le aree verdi.

È ovvio che non basta l’impegno dei singoli cittadini, ma serve una politica mirata che coinvolga anche le amministrazioni.

A livello istituzionale il documento suggerisce che bisogna adottare azioni efficaci con un approccio inclusivo e multidisciplinare per ridurre l’inquinamento atmosferico.

Ma il ruolo di prevenzione spetta anche alla sanità.

L’Oms ha definito azioni chiare e precise del settore sanitario in risposta all’inquinamento:

  • Analizzare i dati epidemiologici sulla salute e l’inquinamento atmosferico
  • Monitorare costantemente gli effetti dell’inquinamento in sinergia con i sistemi di sorveglianza ambientali
  • Valutare le politiche pubbliche per ridurre l’inquinamento atmosferico
  • Informare i cittadini sulle azioni per tutelarsiInoltre i cittadini avranno la possibilità di informarsi sui siti dell’ARPA.
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Siciliana d'origine, sono nata e cresciuta nel capoluogo di provincia più alto d'Italia, Enna. Una laurea in Giornalismo, una specializzazione in riprese e montaggio video e un diploma come Infermiera Volontaria della Croce Rossa Italiana. Dal 2008 sono iscritta all'Ordine dei Giornalisti. Lavoro come giornalista, videomaker, OSSS e mamma. Credo nel lavoro di squadra, nella forza del web, nella determinazione e professionalità. Creativa e avida di conoscenza, coltivo molti interessi. Non sopporto i “furbetti". Adoro confrontarmi con gli altri e mettermi alla prova, sul lavoro e nella vita privata.