
Car-t, Sant’Orsola-Malpighi centro di riferimento regionale
Terapia salvavita per i tumori del sangue
Dopo i numerosi convegni regionali creati con lo scopo di individuare centri regionali polispecialistici in grado di ospitare la Car-t, finalmente qualcosa si sta muovendo. Dopo la decisione della Giunta regionale dell’Emilia-Romagna, il Sant’Orsola-Malpighi di Bologna potrà utilizzare la terapia Car-t su pazienti con malattie del sangue.
Tra loro linfoma degli adulti a grandi cellule B e leucemia linfoblastica acuta dei bambini e dei giovani adulti. Quelli su cui le terapie tradizionali, chemioterapia e trapianti, hanno fallito.
Già lo scorso anno, il Sant’Orsola-Malpighi aveva fatto da apripista della Car-t. Il Policlinico bolognese era stato uno dei primi centri italiani selezionati a condurre il primo studio clinico sperimentale di questo tipo contro il mieloma multiplo.
La terapia Car-t prevede che dal paziente stesso vengano prelevati i linfociti T e poi che siano geneticamente modificati in laboratorio in modo da renderli capaci di riconoscere le cellule tumorali. Quando vengono reintrodotti nel paziente queste sono in grado di riconoscere le cellule tumorali e di eliminarle attraverso l’attivazione della risposta immunitaria. La percentuale di guarigione è del 40% se non addirittura 50%.
Molta la soddisfazione dell’assessore alla sanità della Regione, Sergio Venturi: “Si tratta di cure all’avanguardia, che possono dare una speranza in più ai pazienti oncologici. Cure che, per la complessità che richiedono, devono essere organizzate da centri selezionati e di altissima competenza. L’Emilia-Romagna è pronta e mette a disposizione l’esperienza, la qualità e la professionalità del Policlinico Sant’Orsola-Malpighi per eseguire queste immunoterapie cellulari, che possono dare risposte di lunga durata, in alcuni casi anche la guarigione, in pazienti nei quali la malattia non è più curabile con le terapie convenzionali”.
A fine luglio il primo paziente
Il lavoro sarà suddiviso tra il nuovo hub e una Commissione di esperti. Il primo definirà un protocollo per l’individuazione e la presa in carico dei malati, mentre la Commissione valuterà la casistica e la qualità del percorso. A fine luglio, il trattamento sarà utilizzato sul primo paziente “a regime” ed entro la fine del 2019 sarà impiegato su un totale di 10 persone. L’Agenzia italiana del farmaco dovrà però rilasciare le autorizzazioni.
In base alla risposta dei pazienti alle cure, la Giunta deciderà man mano se sarà il caso di individuare altri centri regionali abilitati all’utilizzo delle terapie Car-t.