
Tumore al polmone: in arrivo lo screening per valutare il rischio
Fumo di sigaretta e cancro al polmone
Il cancro al polmone è la tipologia di tumore più diffusa in tutto il mondo; l’85% dei casi è dovuto al fumo di sigaretta e ogni anno, solo in Italia, dalle 70mila alle 80mila persone si ammalano di cancro al polmone.
Il fumo è in grado di alterare le normali caratteristiche dell’apparato respiratorio, provocando uno stato di infiammazione cronica che si manifesta con tosse e catarro, una perdita di elasticità del polmone e una difficoltà ad eliminare le sostanze nocive.
Il tumore al polmone è spesso asintomatico all’inizio, oppure può manifestarsi con tosse, dolore toracico o emottisi (sangue nel catarro). La diagnosi viene effettuata con una radiografia del torace, ma ancor meglio con una TAC e confermata con una biopsia polmonare.
Le due principali tipologie di cancro al polmone sono il carcinoma polmonare a piccole cellule (15% dei casi), molto aggressivo e quasi sempre associato al fumo; cresce rapidamente e metastatizza frequentemente e il carcinoma polmonare non a piccole cellule (85% dei casi), meno aggressivo anche se ad evoluzione molto variabile.
Rischio tumore ai polmoni: TAC e prelievo di sangue per identificarlo
Una ricerca dell’Istituto nazionale dei tumori di Milano ha sperimentato un nuovo screening per prevenire e diagnosticare precocemente il rischio di sviluppare tumore al polmone nei forti fumatori.
Lo screening è composto da un prelievo di sangue e una TAC che permettono di conoscere la probabilità individuale di sviluppare la malattia. Lo studio, che prende il nome di BioMild, presentato alla conferenza mondiale dell’International Association for the Study of Lung Cancer a Barcellona, ha coinvolto circa 4000 mila volontari dal 2013.
I partecipanti, tutti forti fumatori che consumavano almeno un pacchetto di sigarette al giorno da 30 anni, sono stati sottoposti ad uno screening che comprendeva una TAC spirale del torace e un test micro – rna, effettuato come un normale prelievo di sangue. Il test è in grado di ricercare le molecole rilasciate nel sangue dall’organo colpito dal tumore, dimostrando la possibilità di sviluppare la malattia fino a due anni prima.
Fra i partecipanti, quelli risultati negativi sia alla TAC che al prelievo di sangue, sono stati ritenuti a basso rischio di sviluppare tumore (58%). Quelli risultati positivi ad uno dei due test sono stati considerati a rischio medio (37%) e quelli con entrambi i test positivi, considerati al alto rischio (5%).
Lo studio ha dimostrato che nonostante la presenza del fumo come fattore di rischio, non tutti i fumatori hanno lo stesso rischio di sviluppare la malattia. Il test potrà essere utile per individuare programmi di prevenzione, follow up e interventi di educazione sanitaria mirati alla cessazione del fumo.