
Più di un milione di italiani è affetto da fibrillazione atriale
In Italia l’8.1% di persone è affetta da fibrillazione atriale
La fibrillazione atriale è un’aritmia cardiaca, caratterizzata da due camere del cuore, gli atri, che battono in maniera irregolare e spesso accelerata. Questo fa sì che il sangue pompato dal cuore e che viene mandato in circolo, venga spinto in maniera irregolare e discontinua.
Un cuore che batte in maniera irregolare, predispone la persona ad un maggior rischio di sviluppare coaguli, perché il sangue non circola adeguatamente. I coaguli, se spinti nelle arterie cerebrali, possono causare ictus ischemici perché occludono un vaso, impedendo che il sangue continui a circolare adeguatamente.
Si stima che circa un quarto di tutti gli ictus ischemici sia provocato dall’occlusione di un vaso a causa di un coagulo, ed è proprio per questo motivo che è importante monitorare la fibrillazione atriale e seguire la giusta terapia.
Il Progetto FAI, la Fibrillazione Atriale in Italia, ha per la prima volta permesso di stimare la frequenza della fibrillazione atriale nella popolazione anziana, prendendo in esame circa 6000 persone sopra i 65 anni in tre reparti di medicina di Lombardia, Toscana e Calabria.
Dai dati raccolti è emerso che circa l’8,1% della popolazione anziana è affetta da fibrillazione atriale, quindi circa un anziano su 12. Si stima che al momento siano circa 1,1 milioni i soggetti affetti in Italia, e che il numero è in costante aumento. Nel 2060 saranno infatti circa 1,9 i casi in Italia.
Grazie alle proiezioni demografiche dell’Eurostat, Ufficio Europeo di Statistica, è stato inoltre possibile stimare i casi di fibrillazione nella popolazione anziana in 28 paesi dell’UE; dai dati è emerso che circa 7,6 milioni ne sono affetti, e nel 2060 saranno circa 14 milioni.
Gli esperti sottolineano l’importanza di una diagnosi precoce, per poter iniziare una terapia di prevenzione delle complicanze con anticoagulanti orali. La terapia anticoagulante è infatti in grado di ridurre di circa 2/3 il rischio di ictus, se assunta regolarmente e in maniera adeguata.
Un’adeguata campagna di sensibilizzazione della popolazione e dei medici di medicina generale, sarà inoltre in grado di identificare precocemente la fibrillazione atriale, ridurre le complicanze e ridurre i costi sanitari secondari a ictus ischemici.