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Donna con dolore dopo il cancro
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Dolore cronico dopo il cancro: ne soffre una persona su tre

Grazie alle nuove terapie farmacologiche per il cancro, sono sempre di più le persone che riescono a sconfiggere la malattia. Uno studio condotto negli Stati Uniti pubblicato dalla Jama Oncology mostra però che nonostante la guarigione, circa una persona su tre continua a soffrire di dolore cronico che impatta negativamente sulla qualità di vita.

Il dolore cronico dopo il cancro condiziona la qualità di vita

Nell’ultimo decennio le conoscenze sul cancro sono andate via via aumentando; una maggiore consapevolezza della malattia, dei sintomi e delle sue manifestazioni ha permesso di migliorare le terapie farmacologiche, con un conseguente aumento dell’aspettativa di vita delle persone e la possibilità di guarigioni definitive dalla malattia.

Nonostante questo, anche una volta guarite, spesso le persone continuano a lamentare dolore cronico. È quanto emerge da uno studio pubblicato dalla Jama Oncology, società statunitense di oncologia, che ha mostrato come una persona su tre fra quelle guarite, soffre di dolore cronico.

Di queste, circa la metà ha provato e prova un dolore così forte da ripercuotersi negativamente sulla qualità di vita, fino ad impedire le normali attività quotidiane.

Lo studio ha preso in esame circa 4mila persone; fra questi, circa 1600 – ovvero il 34% – ha riferito di provare dolore quotidianamente o quasi e nel 16% dei casi addirittura di avere limitazioni nel condurre la vita quotidiana e lavorativa.

Le persone che hanno lamentato maggiormente dolore sono quelle sottoposte ad interventi per tumori ossei, renali, uterini e della gola e faringe. Non sono emerse differenze significative fra i due sessi, per età o per stato civile, mentre ne sono emerse fra i differenti status economici e sociali.

La maggior parte delle persone con dolore cronico sono state infatti quelle con un livello di istruzione e una condizione economica più bassa. Inoltre, erano per lo più disoccupati e con un’assicurazione sanitaria inadeguata.

Secondo i ricercatori, la causa potrebbe essere che queste persone, a causa delle loro scarsa copertura assicurativa, hanno più difficoltà di accesso alle cure del tumore e alla gestione del dolore.

Autore /

Nata come interprete in ospedale, dove si è innamorata di tutto ciò che vedeva, diventa infermiera nel 2006. Prima in pronto soccorso e medicina d'urgenza, ora in rianimazione. Un master in area critica presso l'Università di Bologna e la laurea magistrale in Scienze Infermieristiche. Infermiera, moglie, mamma di una boxerina pelosa, ballerina a tempo perso. Profondamente innamorata della vita, e con tanta voglia di migliorare il mondo!