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Cellule tumorali uccise con il calore a Monselice

Le persone affette da tumore devono spesso sottoporsi ad interventi chirurgici per rimuovere la parte di organo malato. Da circa 20 anni, per alcune tipologie di tumore, è sempre più utilizzata la tecnica della termoablazione che permette di bruciare, con il calore, le cellule malate. Con questa tecnica, un 80enne di Monselice è guarito dal cancro a fegato e reni.

Termoblazione: la tecnica per bruciare ed uccidere le cellule del tumore

Il tumore è una malattia caratterizzata da cellule anomale che cominciano a crescere e a moltiplicarsi in maniera incontrollata all’interno di un organo. Hanno la capacità di alterare la funzionalità degli organi e anche di infiltrare altri organi vicini e comunicanti.

Nella maggior parte dei casi, la terapia per i tumori è chirurgica. Le persone devono infatti sottoporsi ad interventi chirurgici per rimuovere la parte “malata” dell’organo. Gli interventi sono spesso risolutivi, ma sottopongono la persona a forte stress e a tutte le complicanze legate ad un intervento chirurgico.

L’età avanzata, la presenza di altre patologie come diabete, cardiopatie o obesità, sono elementi che sottopongono la persona a rischi maggiori legati agli interventi chirurgici, specie se fatti in anestesia generale.

Una tecnica oggi sempre più diffusa è la termoablazione con microonde, ecoguidata e per via percutanea.

La tecnica consiste nell’entrare nell’organo malato della persona con un ago guidato dall’ecografo e uccidere le cellule malate con il calore. Questo tipo di intervento è indicato in alcune forme tumorali che colpiscono fegato, reni, polmone e ossa. Le microonde raggiungono circa 140–150 gradi e questa temperatura permette di colpire le cellule malate, romperle e portarle a morte.

Pochi giorni fa, all’ospedale di Monselice in provincia di Padova, un’80enne affetto da 2 tumori al fegato e uno al rene è stato operato con successo mediante la tecnica della termoablazione.

L’uomo, che presentava controindicazioni all’intervento chirurgico classico in anestesia generale a causa di una cardiopatia grave, attraverso la termoablazione ha potuto essere operato in respiro spontaneo e in sedazione profonda, per una durata totale di circa 20 minuti. L’ecografia di controllo 24 ore dopo l’intervento, ha mostrato l’eliminazione completa del tumore.

Dal 1999, i medici del reparto di Epatologia dell’ospedale di Monselice hanno eseguito circa 1.300 interventi di questo tipo su fegato, rene, polmone, osso, tiroide, in pazienti con specifiche condizioni cliniche. L’efficacia di questa tecnica a livello europeo si attesta intorno al  98.5%, ma non è priva di controindicazioni e deve spesso comunque essere associata a chemioterapia.

Autore /

Nata come interprete in ospedale, dove si è innamorata di tutto ciò che vedeva, diventa infermiera nel 2006. Prima in pronto soccorso e medicina d'urgenza, ora in rianimazione. Un master in area critica presso l'Università di Bologna e la laurea magistrale in Scienze Infermieristiche. Infermiera, moglie, mamma di una boxerina pelosa, ballerina a tempo perso. Profondamente innamorata della vita, e con tanta voglia di migliorare il mondo!