
Omeopatia, un medico su cinque la prescrive
In Italia l’omeopatia è apprezzata, ma servirebbero maggiori informazioni riguardo alla posologia e alle indicazioni terapeutiche. Questo è quanto risulta dal sondaggio condotto da EMG-Acqua per Omeoimprese su un campione di 300 tra medici, farmacisti e opinion leader della sanità.
Nessun preconcetto riguardo all’omeopatia
L’omeopatia gode da tempo di popolarità e consenso tra le persone e adesso anche tra i professionisti della salute. Il sondaggio presentato da Omeoimprese, l’associazione che riunisce i produttori di farmaci omeopatici, descrive una società scientifica sempre più aperta verso il mondo della medicina alternativa.
Il campione che è stato scelto include non solo medici generici, ma anche farmacisti, docenti universitari e giornalisti in ambito medico-scientifico. Gli stessi che hanno dichiarato di utilizzare gli omeopatici per curarsi, hanno poi sostenuto di essere non del tutto soddisfatti sulle informazioni riguardanti posologia e indicazioni terapeutiche.
I dati evidenziati stabiliscono che “il 41% dei medici, il 37% dei farmacisti, il 28% degli opinion leader medico-scientifici non nutrono preconcetti o manifestano pregiudizi nei riguardi dell’omeopatia.
Tutt’altro: il 44% fra medici e farmacisti ritiene particolarmente utili i medicinali omeopatici. E la quasi totalità degli intervistati (96%) non li trova dannosi. Solo circa il 10% parla di effetto placebo e il 14% tra medici e farmacisti si rifiuterebbe di prescriverli”.
I dubbi più frequenti tra coloro che non ne hanno una buona opinione riguardano:
- l’efficacia (45%)
- i test scientifici e la sperimentazione (37%)
- le indicazioni per i farmacisti (31%)
- la posologia (28%).
Perché i medici scelgono l’omeopatia
La medicina omeopatica è consigliata dai medici per curare:
- raffreddori, riniti e influenze (54%)
- problemi dell’apparato respiratorio (33%)
- insonnia (27%)
- dolori articolari o muscolari (13%).
Giovanna Gorga, presidente di Omeoimprese, commenta così: “I risultati della ricerca sono buoni e forniscono al comparto e alle Istituzioni Sanitarie indicazioni preziose sul futuro di questa disciplina”.
“Il messaggio alle aziende e soprattutto alle Istituzioni sanitarie e al Ministro della Salute – prosegue Gorga – è molto chiaro: la strada da intraprendere è quella di un lavoro congiunto per regolamentare, anche in Italia, tutti quegli aspetti che ancora oggi risultano non definiti. Mi riferisco, ad esempio, al tema dell’inserimento del foglietto illustrativo con posologia nelle confezioni e una maggiore presenza del Ministero in una corretta e trasparente comunicazione”.