
Vita dopo la morte? La risposta in uno studio sul cervello
Cosa succede dopo la morte?
Questo rimane uno dei più grandi misteri dell’umanità. Sapere dove andremo, cosa e se penseremo, quali sensazioni proveremo sono tutti quesiti che ogni essere umano si chiede più volte nella vita.
La religione fornisce alcune spiegazioni che supportano per esempio la tesi della vita eterna o della reincarnazione per l’anima, mentre la scienza non può dare risposte sulla sopravvivenza della stessa. Ma può sicuramente aiutare a capire cosa accade al nostro cervello quando il corpo si ferma.
L’ultima ricerca che arriva dall’America ha fatto proprio questo. Grazie ad un team di esperti guidati da Sam Parnia, direttore della terapia intensiva e della ricerca di rianimazione presso la NYU Langone School of Medicine di New York City, si è indagato sulle esperienze pre-morte. In particolare, quelle di persone che sono sopravvissute ad un attacco cardiaco dopo essere state date per morte e poi tornate in vita.
Cervello, vive anche dopo la morte
I soggetti intervistati dagli scienziati hanno dichiarato di avere provato delle sensazioni mentre stavano per morire. Alcuni sopravvissuti all’infarto hanno testimoniato di essere rimasti coscienti rispetto a ciò che accadeva intorno a loro.
Hanno descritto come i dottori e le infermieri lavorassero su di loro, descrivendo dettagliatamente intere conversazioni fatte sul momento. Questo vuol dire che il cervello è rimasto cosciente anche durante lo stop del cuore.
I medici sono fiduciosi nel dichiarare che lo studio è il primo passo per capire e magari evitare le lesioni al cervello dovute dalla rianimazione cardiaca.
La risposta del corpo quando si ferma
Se il cervello rimane cosciente per qualche ora dopo la morte del corpo, cosa accade invece al corpo stesso quando il cuore si ferma? A rispondere a questa domanda ci hanno pensato i ricercatori della Alabama State University e della University of Washington.
La scoperta è stata fatta studiando alcuni esemplari di pesce zebra e topi in punto di morte e dimostrato l’attivazione o riattivazione di 1.063 geni proprio dopo la dipartita degli animali. La loro formazione è stata osservata in un lasso di tempo che va dalle 24 ore ai 4 giorni.
Gli scienziati hanno inoltre scoperto che ognuno di questi geni era finalizzato a qualcosa di particolare. Per esempio, molti di essi servivano per stimolare l’infiammazione, altri per attivare il sistema immunitario e alcuni per contrastare lo stress. Altri ancora servivano per sviluppare l’embrione e altri come promotori dello sviluppo di alcuni tipi di cancro.