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Test curva da carico orale di glucosio

Il test diagnostico di diabete gestazionale ad oggi consiste nella curva da carico orale con 75 g di glucosio (OGTT 75 g) e misurazione della glicemia in tre tempi: tempo 0, a 60 e 120 minuti. L’estensione dello screening a livello universale è ad oggi ancora molto discusso, in quanto permetterebbe da un lato di identificare un maggior numero di donne a rischio e di fare quindi prevenzione, dall’altro però non sono disponibili sufficienti evidenze a supporto di un valido rapporto costo-beneficdio.

Diabete gestazionale, come si diagnostica

La diagnosi di diabete gestazionale viene definita dalla presenza di uno o più valori uguali o superiori a quelli definiti nella tabella.

Criteri per l’interpretazione del test diagnostico (curva da carico)
Tempo OGGT diagnostico 75 g
livello di glicemia su plasma venoso (mg/dl)
0 ≥ 92
60 ≥ 180
120 ≥ 153

Le donne con pregresso GDM devono sottoporsi ad un OGTT 75 g per lo screening del diabete, dopo almeno sei settimane dal parto ed entro 6 mesi.

L’allattamento al seno non rappresenta una controindicazione all’esecuzione del carico orale di glucosio post-partum.

Il controllo successivo prevede un OGTT 75 g ogni 3 anni e se positivo ad una alterata tolleranza glucidica deve essere ripetuto ogni anno.

Test con carico orale di glucosio, come si fa

  • Va eseguito al mattino, a digiuno
  • Va somministrato con una concentrazione del 25% (75 g di glucosio disciolti in 300 cc di acqua)
  • Durante il test la donna deve rimanere seduta ed astenersi dall’assunzione di cibo e fumo
  • Nei giorni precedenti è raccomandata l’assunzione di una dieta libera che preveda l’introito di almeno 150 g di carboidrati/die
  • Il dosaggio della glicemia deve essere eseguito su plasma tramite un prelievo venoso, è sconsigliato l’uso di glucometri
  • Il test non deve essere effettuato in compresenza di stati febbrili, influenza, etc.

L’estensione dello screening a livello universale è ad oggi ancora molto discusso, in quanto permetterebbe da un lato di identificare un maggior numero di donne a rischio e di fare quindi prevenzione, dall’altro però non sono disponibili sufficienti evidenze a supporto di un valido rapporto costo-beneficio.

Approfondimento e bibliografia

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