
Longevità, il segreto? Un super sistema immunitario
Il segreto della longevità
Come mai alcune persone vivono più a lungo? Questa è forse una delle domande più antiche dell’uomo e che da sempre è oggetto di interesse culturale e scientifico. Cercare di prolungare i tempi di vita è infatti uno degli obiettivi più ambiti dalla medicina e dalla scienza.
Uno studio recente condotto dai ricercatori del Riken Center for Integrative Medical Science (Ims), in Giappone, ha cercato di fare questo: capire qual è il segreto della longevità di 7 supercentenari (110 anni e più). Ciò che è stato scoperto è che, questi, possiedono un gran numero di cellule T CD4, circa 25% rispetto alla media che ne possiede 10%. Si tratta di cellule che agendo come delle vere e proprie sentinelle avvisano il sistema immunitario di agire contro i patogeni.
“Ci siamo interessati particolarmente allo studio di questo gruppo di persone, perché le consideriamo un buon modello di invecchiamento in buona salute- afferma Kosuke Hashimoto, dell’IMS -. Questo è importante in società come il Giappone, dove l’invecchiamento procede rapidamente. Se riusciamo a trovare il legame tra il sistema immunitario e l’invecchiamento e la longevità, saremo in grado di contribuire a prolungare le aspettative di vita in buona salute.”
Sistema immunitario superprotettivo
Hashimoto e colleghi hanno esaminato oltre 40 mila cellule immunitarie in circolo nel gruppo degli ultracentenari e le hanno confrontate con quelle di persone più giovani, tra i 50 e gli 80 anni. I dati sono sorprendenti. In alcuni casi, il livello di cellule citotossiche era pari all’80% di tutte le cellule T, rispetto al 10-20% negli altri soggetti. Si sta parlando di un tipo di cellule del sistema immunitario molto importanti.
In particolare, sono stati esaminati nel dettaglio le cellule del sangue di due supercentenari per scoprire come venivano prodotte: la maggior parte di loro erano state clonata da una singola cellula antenata.
Fattori che allungano la vita
Oltre ai geni evidentemente speciali, chi vive più a lungo ha di solito altre caratteristiche che influiscono sulla propria longevità. Tra queste, lo stile di vita e le abitudini alimentari. Quando nel 2015, l’Oms ha reso noto che Giappone e Italia sono ai primi posti tra i paesi i cui si vive più lungo, i ricercatori si sono scatenati per capire quale fosse il segreto. Molti di essi ne hanno analizzato proprio le abitudini culinarie e di vita.
Ciò che accomuna i pastori sardi, la comunità più longeva d’Italia, e i giapponesi, sembrano essere le stesse caratteristiche: magrezza, poco cibo e tante passeggiate. Andrea Ghiselli, presidente della Società italiana di scienze dell’alimentazione, ha spiegato a Repubblica: “Oggi mangiamo troppo e spesso più di quello che consumiamo.
Un tempo invece c’era più povertà che costringeva a consumare di meno, più vegetali, qualche latticino, ma altri alimenti erano un lusso. In tutti i regimi alimentari cosiddetti della longevità circa l’80-90% delle calorie deriva da fonti vegetali e questo influenza anche la quantità di ciò che si mangia perché cereali, legumi, frutta e verdura sono ricchi di fibre, che riempiono e aumentano la sazietà”.
Ancora una volta, dunque, la dieta mediterranea dà i suoi frutti. Non a caso, questo regime alimentare insieme a quello giapponese sono stati riconosciuti dall’Unesco come patrimonio immateriale dell’umanità. Mentre studi scientifici le hanno riconosciute come diete preventive di malattie croniche.