
Dieta vegana, cervello a rischio se manca giusto nutrimento
Cosa è la colina e dove si trova
Vegani a e vegetariani potrebbero mettere a rischio il loro cervello. A dirlo Emma Derbyshire, consulente specializzato in nutrizione e scienze biomediche, sulla rivista anglosassone Bmj Nutrition, Prevention & Health. Il problema di chi segue un’alimentazione priva di cibi di origine animale è che non assumono di solito la quantità di colina necessaria a far funzionare bene il cervello.
La colina è infatti il suo nutriente fondamentale. Si tratta di una molecola prodotta dal fegato, essenziale per l’intero organismo. Appartiene al gruppo delle vitamine e svolge un’azione antiossidante, neuroprotettiva e cardioprotettiva. È anche un neurotrasmettitore, per cui è fondamentale per molte funzioni del sistema nervoso come il controllo dell’umore, del comportamento, dell’orientamento. Inoltre, se ne consiglia l’uso contro l’Alzheimer e la demenza senile.
Nonostante la sua importanza, la quantità prodotta dal fegato non è sufficiente per soddisfare i bisogni del corpo, così è possibile integrarla con gli alimenti. La colina si trova infatti nell’uovo, nelle frattaglie e nel fegato, nel lievito di birra e nel germe di grano. Poi, nella pappa reale e nel pesce, nella lecitina di soia, nei cavolini di bruxelles e nel cavolfiore, nei fagioli, nel riso, e nel pesce.
La dieta che aiuta il cervello
La Derbyshire ricorda che nel 1998, l’Istituto americano di medicina ha raccomandato un’assunzione giornaliera minima di 425 mg per le donne e 550 per gli uomini. Mentre le donne in gravidanza o che allattano dovrebbero assumerne fino a 550. “E’ strano però – dice la nutrizionista – che attualmente la colina sia esclusa dai database di composizione degli alimenti nel Regno Unito. Ma anche dalle principali indagini dietetiche e dalle linee guida dietetiche”. I sondaggi in Nord America, Australia ed Europa mostrano che l’assunzione abituale di colina, in media, non è quella raccomandata. E nessuno dice nulla.
Sarebbe giusto per la popolazione essere correttamente informati da un Comitato scientifico indipendente sull’alimentazione. Dare alle persone la possibilità di scegliere con intelligenza. Portare avanti una dieta vegetariana o vegana è assolutamente possibile, ma è importante farlo nel modo corretto. È utile sapere che non tutti i vegetali riescono ad integrare la carenza di colina. Diverso per la carne.
Ci sono alcuni alimenti vegetali più utili di altri al sostentamento del cervello. Questi sono: i germogli di soia tostati, i broccoli e i cavolini di bruxelles, i piselli e i funghi, la quinoa, le noccioline e gli spinaci. Inoltre va ricordato che il cervello per vivere ha bisogno anche di altri nutrienti preziosi. La lista degli esperti dell’Institute of Food Technologists di Chicago prevede:
- i flavonoli del cacao per migliorare la memoria;
- gli acidi grassi Omega-3 per recuperare fatti e conoscenze del passato e della memoria spaziale (si trovano per esempio nel salmone e i semi di lino);
- la fosfatidilserina e l’acido fosfatidico per aiutare l’umore e le funzioni cognitive nell’anziano (presenti nei legumi);
- le noci, in quanto possono avere un effetto benefico contro il rischio di Alzheimer;
- la citicolina per favorire la comunicazione tra i neuroni e proteggerli dall’azione dei radicali liberi;
- la colina presente soprattutto nelle uova, per rafforzare la mente durante l’invecchiamento;
- il magnesio indicato soprattutto per chi ha subito una commozione cerebrale (si trova nell’avocado, nei fagioli di soia e le banane)
- i mirtilli per dare benefici sul piano neurocognitivo.
Altre sostanze invece inibiscono la funzione della colina. Tra queste la caffeina, la nicotina, la pillola anticoncezionale, gli alcolici.